Skip to content

days gone

Days Gone per gli sviluppatori Sony

Nel 2024 Sony è inciampata sul videogame Concord, costato oltre 400 milioni e chiuso dopo la vendita di appena 25mila copie. Col biennio di tagli draconiani i bilanci sono tornati a sorridere al gigante nipponico che però resta molto cauto a causa dei dazi di Trump. Per questo continuano i licenziamenti: a farne le spese stavolta il team di Days Gone fresco di approdo su PS5

Continua la razionalizzazione interna in casa Sony con licenziamenti importanti anche nel team responsabile del survival horror Days Gone. Razionalizzazione che sembra essere stata accelerata non solo, come ha dichiarato il colosso nipponico dell’intrattenimento, dall’imprevedibilità della situazione commerciale internazionale a seguito dei dazi di Trump, ma soprattutto dall’esigenza di evitare altri buchi nell’acqua sulla falsariga di Concord.

IL PASSO FALSO DI CONCORD

Anche i videogiocatori più accaniti faticano a ricordarsi di Concord e c’è un motivo: nel suo periodo di massimo splendore ha avuto nemmeno 500 utenti connessi ai server. Per questo passerà alla storia come uno dei maggiori flop commerciali dell’etichetta nipponica che aveva lautamente finanziato gli 8 lunghi anni necessari al suo sviluppo con oltre 400 milioni di dollari per poi essere costretta a ritirare il gioco in fretta e furia, scusandosi coi 25mila gamer che hanno avuto la malaugurata idea di acquistarlo.

Tutto questo, peraltro, accadeva solo nel 2024, annus horribilis per l’industria videoludica in cui, anche a causa dell’avvento dell’Ai, le software house hanno licenziato a tutto spiano. E Sony, che non ha fatto eccezione licenziando migliaia di persone tra il ’23 e il ’24, dopo il flop di Concord non ha perso tempo prima esigendo le dimissioni di Ryan Ellis, game director del titolo fallimentare, quindi chiudendo l’intero team che lo aveva sviluppato: Firewalk Studios. Negli stessi giorni autunnali subiva la medesima sorte Neon Koi, dedicato ai giochi mobile.

IL 2024 DI SONY NON E’ ANDATO AFFATTO MALE

Eppure, se si prendono i risultati economici di Sony, Concord non sembra aver l’utile netto annuale di 1,141 trilioni di yen (7,1 miliardi di euro). Anzi, è risultato in crescita del 18%, favorita proprio dalle attività videoludiche oltre che da quelle legate al mercato musicale.

Nel quarto trimestre (concluso a marzo) l’azienda ha registrato un incremento dell’utile del 4,6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 197,73 miliardi di yen, equivalenti a 1,2 miliardi di euro. Questo risultato ha per esempio sorpassato le stime di 153,6 miliardi di yen formulate dal fornitore di dati Visible Alpha.

QUEI TIMORI PER IL FUTURO SPIA DI ALTRI LICENZIAMENTI?

Tuttavia come si scriveva poc’anzi Sony guarda al prossimo futuro con pessimismo e prevede un calo del 13% a 930 miliardi di yen (5,5 miliardi di euro) per l’esercizio finanziario in corso, iniziato ad aprile: “Stiamo reagendo rapidamente alle tariffe aggiuntive statunitensi già in vigore e stiamo considerando diversi possibili scenari per il futuro” si è limitata a dire la multinazionale nipponica in una nota che accompagna le sue previsioni finanziarie. “Attualmente riteniamo di poter limitare l’impatto sulla redditività a circa 100 miliardi di yen (590 milioni di euro), ovvero meno del 10% dell’utile operativo previsto”, è stato spiegato.

TOCCA AL TEAM DI DAYS GONE

Una visione pessimista che potrebbe spingere Sony a stringere ulteriormente i cordoni della borsa, proseguendo la stagione dei licenziamenti come sembra confermare quanto sta avvenendo all’interno del team di Bend Studios, autore del discreto survival horror Days Gone (titolo del 2019 che non è mai stato all’altezza delle mirabolanti promesse) che poche settimane fa è atterrato anche con un porting su PlayStation 5.

Non è esattamente un fulmine a ciel sereno, almeno per chi segue da vicino le vicende industriali del colosso giapponese che, all’inizio di quest’anno, procedendo con l’ottimizzazione dei costi, aveva tagliato un progetto live-service in sviluppo proprio in Bend Studios (un altro titolo cancellato era invece curato da Bluepoint Games).

“Oggi abbiamo salutato alcuni colleghi incredibilmente talentuosi, mentre ci avviamo verso il nostro prossimo progetto – si legge sui social della software house nel portafogli di Sony – Questo è un momento difficile per il nostro team, ma nutriamo un immenso rispetto per tutti coloro che ci hanno permesso di arrivare fin qui. Mentre andiamo avanti, restiamo impegnati a costruire il futuro di Bend Studio con creatività, passione e innovazione nei titoli che creiamo”. Il post non lo dice, ma i tagli dovrebbero aver dimagrito la forza lavoro di Bend Studios del 30 per cento. Si riducono di conseguenza le speranze di chi avrebbe voluto vedere su PS5 un Days Gone 2.

E le riduzioni di organico all’interno di Bend Studio non paiono le uniche che Sony avrebbe disposto in primavera. Anche se non esistono comunicati ufficiali da parte dell’etichetta nipponica, nell’ultimo periodo la medesima sorte sembra essere stata condivisa anche PlayStation Studios Malaysia. Il senior project manager Johann Affendy Mahfoor aveva per esempio confermato che diversi tagli avevano riguardato lo studio di supporto al lavoro su titoli come Concord e The Last of Us Part 2 Remastered.

Torna su
OSZAR »